COMMERCIO INTERNAZIONALE
La Tunisia ha iniziato la liberalizzazione del commercio estero nel 1990, divenendo membro del
GATT. Il commercio estero è retto dalla legge n°94-41 del 7/3/1994.
I prodotti liberi all’importazione rappresentano il 90% dei prodotti importati.
Non si deve credere che la Tunisia sia un paese la cui economia è ancora fondata esclusivamente dagli introiti provenienti dal turismo e dall’agricoltura: le riforme economiche degli ultimi anni, unite alla capacità di attrarre investimenti stranieri hanno fatto cerscere significativamente la struttura industriale.
Oggi i prodotti che la Tunisia esporta all’estero provengono in larga parte dai settori dell’industria elettrica e meccanica e del tessile-abbigliamento.
Esportazioni totali, suddivise per macrosettori (in milioni di dinari): 1° semestre
EXPORT
Giugno 2003
Giugno 2004
Giugno 2005
Var % 04/05
Totale
5565
6134
6738
+9,8
Ind. Mecc. ed elettriche
1156
1294
1537
+18.6
Tessile e abbigliamento
2630
2651
2708
+0,9
Altre ind. manifatturiere
438
478
567
+18,1
Energia e lubrificanti
585
499
697
+38,7
Agroalimentare
431
822
792
-3,9
Miner. Fosf. e derivati
312
376
437
+15,4
Importazioni totali, suddivise per macrosettori (in milioni di dinari): 1° semestre
IMPORT
Giugno 2003
Giugno 2004
Giugno 2005
Var % 04/05
Totale
7121
7610
8415.7
+10.6
Ind. Mecc. ed elettriche
2611
3054
3303,3
+8,1
Tessile e abbigliamento
1811
1712
1779,3
+3,7
Altre ind. manifatturiere
1101
1241
1434,8
+15,4
Energia e lubrificanti
796
692
938.8
+35,2
Agroalimentare
655
739
775,6
+4,5
Miner. Fosf. e derivati
132
596
183,9
+15.7
Fonte: dati INS (Istituto Nazionale di Statistica)
La Tunisia è stato il primo paese della riva meridionale del Mediterraneo ad aver firmato nel 1995 un accordo di associazione e di libero scambio con l’Unione Europea. L’accordo firmato con l’Unione Europea avvia una nuova serie di accordi tra l’UE ed i paesi sud mediterranei, in vista di creare da qui al 2010 una vasta zona di libero scambio Euro-mediterranea.
Entrato in vigore dal 1 marzo 1998, l’accordo di associazione e di libero scambio conferma un accesso in franchigia totale dei diritti e delle tasse, senza contingentamento ai prodotti industriali ed un accesso preferenziale ai prodotti agricoli.
In vista di arrivare a una zona di libero scambio totale nel 2008, il programma di smantellamento tariffario sui prodotti industriali in atto dal 1996 ha permesso:
- di eliminare i diritti doganali sul 40% dei prodotti importati dall’Unione Europea, ossia i beni strumentali e i prodotti semilavorati non fabbricati localmente;
- di ridurre sostanzialmente i diritti sul rimanente dei prodotti importati (56% del diritto di base per 30% delle importazioni relative ai prodotti che hanno i loro equivalenti fabbricati localmente dalle imprese tunisine, le quali necessitano un’integrazione economica all’Europa “mise à niveau” per migliorare la loro competitività).
La Tunisia è firmataria di numerosi accordi preferenziali con i paesi maghrebini ed arabi:
- ha avviato nel 1998 la messa in vigore dell’accordo regionale che istituisce la zona di libero scambio arabo per un periodo di dieci anni;
- ha avviato degli accordi bilaterali che istituiscono gradualmente una zona di libero scambio; sono stati conclusi accordi con l’Egitto, il Marocco, la Giordania, la Libia e l’Irak, mentre sono in corso di compimento con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi.
La Tunisia gode di riduzioni tariffarie consentite nel quadro del Sistema Generalizzato di Preferenza (S.G.P.), essenzialmente per i prodotti manufatti agricoli e artigianali, con gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, la Svizzera e l’Australia.
Essa usufruisce anche di un accesso preferenziale ai mercati di alcuni paesi africani ed in particolare degli Emirati Arabi e dei Paesi del Golfo Persico.
Incentivi all’investimento estero
In materia di investimento e del diritto di insediamento, la Tunisia offre vantaggi molto importanti per gli investitori esteri (mano d’opera qualificata, abbondante e a basso costo, legislazione favorevole, infrastrutture funzionali ed in costante miglioramento).
Il nuovo codice degli incentivi all’investimento del 1993, stabilisce il principio della libertà d’investimento nel settore dell’agricoltura, dell’industria, e dei servizi non finanziari. L’investimento straniero è trattato alla stessa stregua dell’investimento nazionale.
Sono previsti vantaggi fiscali rilevanti per le società totalmente esportatrici (esenzione dall’imposta sui benefici per i primi 10 anni d’esercizio, riduzione o esonero dei diritti di dogana per molte categorie di beni, contributi statali agli investimenti nelle regioni sotto sviluppate). La Tunisia ha firmato accordi di promozione e di protezione reciproca degli investimenti con la Francia e l’Italia.
Le ragioni per le quali la Tunisia attrae gli investimenti stranieri, sia sotto forma di investimenti diretti che sotto quella di acquisizione di portafoglio sono:
- accesso libero al mercato dell'Unione,
- risorse umane qualificate e competitive,
- costo dei fattori competitivo.
- economia liberale
- un regime politicamente stabile
- un quadro legislativo, normativo ed amministrativo che ne facilita gli insediamenti,
- infrastrutture adeguate in un ambiente che attrae gli investitori stranieri,
Alcuni dati sugli investimenti stranieri
In Tunisia gli investimenti stranieri beneficiano di una attenzione particolare. La loro evoluzione è stata in rapida ascesa, dal 1990 al 2003 gli investimenti diretti stranieri sono cresciuti in maniera esponenziale: nel 1990 essi erano 57,7 Milioni di Euro, nel 2003 hanno raggiunto gli 808,7 milioni di Euro.
Nel 2004 in Tunisia risultavano presenti 2.503 imprese straniere delle quali:
2.063 nel settore manifatturiero (tessile-abbigliamento, meccanico, metallurgico, cuoio e calzature, chimico elettrico, ecc.)
160 nel settore alberghiero ed animazione
156 imprese di servizi (informatica telecomunicazioni, consulenza),
59 imprese nel settore dell’energia
65 nell’agricoltura.
Circa l’80% delle imprese del settore manifatturiero si sono stabilite in Tunisia per riesportare la totalità della loro produzione in altri paesi, circa la metà di queste imprese sono società miste costituite con soggetti tunisini.
La Tunisia attualmente attraversa la fase avanzata di un processo di particolare sviluppo e di rinnovata apertura, processo iniziato più di dieci anni fa, con l’avvio del programma di privatizzazione e di un ambizioso programma di ammodernamento dell’economia (programme de mise à niveau) che ha stimolato i finanziamenti e gli investimenti esteri, come dimostrano i notevoli aumenti dei flussi netti : gli investimenti esteri diretti verso la Tunisia si sono attestati a 870 Milioni di Euro in media annua nel corso degli ultimi dieci anni.
Principali investitori
I principali investitori stranieri (ad esclusione del settore energetico e delle privatizzazioni) sono la Francia (23,9%), l’Italia (22,6%), la Spagna (8,5%), la Germania (8,3%), la Gran Bretagna (5,5%) e gli USA (4,3%). Ove si considerassero anche gli investimenti del settore energetico l’Italia figurerebbe al primo posto.
Settori
L’analisi settoriale delle attività conferma il posizionamento della Tunisia come centro di lavorazione e trasformazione di materie prime e semilavorati, particolarmente nel settore del tessile - abbigliamento e cuoio e calzature (55% delle aziende create, 16 % dei capitali investiti al di fuori del settore dell’energia), ma anche meccanico e metallurgico, chimico ed elettrico.
Le migliori opportunità di investimento in Tunisia sono rappresentate dai seguenti settori:
- tessile ed abbigliamento
- cuoio e calzature
- agroalimentare
- imballaggio, packaging
- impiantistica (idrica, di condizionamento…..)
- industria elettrica, elettronica e degli elettrodomestici
- componentistica per automobili (componenti in plastica e in gomma, componenti elettronici, filtri, batterie...)